Il Museo Civico Luigi Varoli e la Scuola Arti e Mestieri a Cotignyork
Cotignyork è una settimana alla rovescia in cui Cotignola si trasforma per essere restituita ai bambini, e ai grandi curiosi anche, con una serie di azioni, occupazioni felici, incontri e appuntamenti che invitano a riappropriarsi dei luoghi; e a riscoprirli attraverso un ramificarsi del Museo Varoli e della Scuola Arti e Mestieri che in questa occasione escono dai muri e dalle stanze per invadere e investire il paese tutto, la sua piazza, le strade, i parchi e i giardini, e pure gli edifici abbandonati.
Questa sorta di rivoluzione gentile è fatta da un fitto calendario di proposte che mette sempre al centro l’arte come pratica di emancipazione, scoperta e possibilità di cambiare o spostare il punto di vista, e così il nostro sguardo sulle cose e il mondo: allora ecco pomeriggi di laboratori di disegno e pittura con artisti, spettacoli di teatro di figura e disegnato, il racconto e la lettura ad alta voce al tramonto, parate e maschere in cartapesta, pupazzi che vanno a spasso, cene in strada e i laboratori del pane in piazza con i fornai del paese, un percorso sensoriale che trasforma una strada intera in un morbido tappeto in cui camminare scalzi e sentire i materiali molti, un campeggio nel parco della scuola e una costellazione di eventi a scandire la notte, e il museo naturalmente e le mostre.
Dal 2015 la locandina della manifestazione è affidata ogni anno a un artista che reinterpreta la piazza abitandola con i suoi disegni.
Dal 2002 a oggi, in questi anni, per la festa che ha reso visibile e concreta la connessione fertile tra la Scuola Arti e Mestieri e il Museo Varoli di Cotignola, aprendoli, espandendoli e portandoli in strada e nei parchi con le loro attività e proposte, abbiamo fatto un sacco di cose che desideriamo adesso mettere un po’ in fila e in ordine. Ecco quindi un elenco e lista, di certo incompleti e imperfetti, ma che possono restituire in parte la portata e complessità felice di questo movimento che ha messo al centro le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi credendo sempre nelle loro intelligenze e sensibilità, differenti, divergenti e molte:
i bambini che fanno il pane e la pizza in piazza con i fornai, cuocendola e mangiandola all’aperto / una lunga strada coperta di erba, sabbia, semini, stoffe, paglia, foglie e altre cose belle e morbide su cui camminare scalzi / labirinti di cartone e scatoloni, e legni e rami con ragnatele di fili colorati / parate per il paese con bande musicali e maschere di cartapesta e musei all’aperto di teatro immobile con pupazzi, maschere, bestiari e personaggi portati fuori dalla scuola ad abitare parchi e cortili / scorribande in bicicletta nelle campagne e lungo il fiume / pic nic, merende e cene in strada e nei parchi o in mezzo alla piazza / partite di pallone ovunque / notti e risvegli al museo ed esplorazioni a lume di candela nella casa del maestro, con streghe, lupi e mostri sparsi / laboratori con artisti di disegno, pittura, cartapesta, collage, ceramica, fumetto, stampa, scultura, seconda vita delle cose, archeologia, land art, eccetera eccetera eccetera / il cinema, letture ad alta voce, spettacoli di teatro disegnato e teatro di figura, concerti, spesso anche questi disegnati, tutto all’aperto e gratuito / un campeggio finale nel parco / mostre e installazioni al museo, in cortili e in luoghi insoliti, e case sonnambule e semi abbandonate risvegliate, aperte e restituite temporaneamente… e tanto tanto altro.
Abbiamo facilitato e stimolato incontri tra artisti e talvolta dato luogo a piccole produzioni create appositamente per questi luoghi e presenze come ben testimoniato dal programma 2019 appena concluso / abbiamo collaborato con tutte le scuole di ordine e grado di Cotignola e Barbiano e con le associazioni ricreative, culturali e sportive del territorio / abbiamo favorito e cercato l’incontro tra età diverse e il mescolarsi di pubblici con la convinzione che quando una cosa è ben fatta può funzionare spesso sia per i grandi che per i più piccoli, senza dover sempre lavorare per categorie o gruppi, o cerchie sempre più ristrette e specializzate, cercando in tutto questo di evitare la banalizzazione e l’appiattimento, semmai alzando sempre l’asticella del gioco impegnato e della quasi arte a rifare un paese.
Ringraziamo tutti, bambine e bambini, ragazze e ragazzi, maestre e insegnanti, genitori, nonni, curiosi, famiglie, volontari, gli studenti, le associazioni cotignolesi, chi ci ha aiutato e anche chi ci ha sopportato pazientemente, e gli artisti invitati in questi anni:
Alessandro Martoz Martorelli | Luca Ronga | Paolo Benvegnù | Officine della Cultura | Antonio Catalano | Gek Tessaro | Silvio Castiglioni | Gio Pistone | Denis Riva | Ronin | Teatro Medico Ipnotico | Teatro del Drago | Famiglia d’arte Monticelli | Alfonso Cuccurullo | Alessia Canducci | Dany Greggio | Elena Bucci | Le Belle Badiere | Davide Reviati | Claudio Ballestracci | Girovago & Rondella | Compagnia Dromosofista | Claudio Cavalli | Artexplora | Tanti Cosi Progetti | Danilo Conti | Antonella Piroli | Fabio Pignatta | Abderrahim El Hadiriu | Cicogne Teatro | Canicola | Michelangelo Setola | Vinz Beschi | Irene Tedeschi | PInAC | Vladimiro Strinati | Marina Girardi | Rocco Lombardi | Piero Dosi | Daniele Casadio | Magda Guidi | Giovanni Lanzoni | Giuliano Guatta | Beatrice Pucci | Marino Neri | Stefano Ricci | Emilio Varrà | Ettore Dicorato | Matteo Scaioli | Roberto Papetti | Lorenzo Nanouk Testardi | Mattia Simoncelli | Teatro Due Mondi | Capra & Cavoli | Saula Cicarilli | Ferruccio Filippazzi | Massimo Ottoni | Ivano Marescotti | Officine Duende | Compagnia delle Biglie Palomar | Vanessa Sorrentino | Agnese Baruzzi | Federico Squassabia | Aidoru | Nicoletta Fabbri | Stefano Bisulli | Pier Paolo Paolizzi | Gianni Zauli | Laurence Barthomeuf | Pamela Casadio | Alice Iaquinta | Lucia Baldini | Marzia Bianchi | Marilena Benini | Ana Hillar | Oscar Dominguez | Lucia Bubilda Nanni | Rita Ravaioli | Dacia Manto | Georgia Galanti | Cinzia Ortali | Daniela Perani | Heriz Body Anam | Silvia Chiarini | Monica Zani | Roberta Galassini | Luca Salmistraro | Massimo Modula | Sabrina Foschini | Andrea Ghetti | Milo e Olivia | Musicanti di San Crispino | Andro Atuttotondospettacoli | GambeinspallaTeatro | Eldi Veizaj | Simone Luschi | Amanda Chiarucci | Filippo Farneti | Mascia Lucci | Michele Bombatomica And The Hot Teapons | Orlando della Morte | All’InCirco | Unnico Andrea D’Amico | Johnny Paguro | Remida Bologna Terre d’Acqua | Federico Manzone | Paolo Cattaneo | Cristina Portolano | Nicola Alessandrini | James Kalinda | Tellas | Gola Hundun | Chiara Prodi | Stefano Tedioli | Roberto Ballestracci | Banda Musicale città di Russi
Collegamenti e aperture e scambi quando l’attività e i laboratori realizzati nella scuola escono e si misurano con gli spazi e le persone come avviene per la settimana in cui realizziamo Saluti da Cotignyork, una città dei e per i bambini che dura un’intera settimana dal lunedì alla domenica; una festa, ma anche una specie di punta dell’iceberg di ciò che avviene durante l’anno e che una volta all’anno diventa pubblico e visibile.
Cotignyork è la storia di un’occupazione felice e rivoluzione gentile dove il Comune e assessorati all’Istruzione e Cultura, il Museo Civico Luigi Varoli, la Scuola Arti e Mestieri che sono i promotori e ideatori, insieme alle insegnanti e maestre e scuole di ogni ordine e grado, i genitori, un nutrito gruppo di volontari tra cui i lettori, le associazioni culturali e sportive cotignolesi, si accordano per ripensare e ridisegnare un paese amico e a misura di bambino (e contemporaneamente di adulto).
Come possono cambiare un luogo e le modalità in cui viviamo, attraversiamo ed usiamo i suoi spazi se uno sguardo plurale e quasi da artista si mette di traverso e gioca a capovolgere e scompigliare i punti di vista, provando pure a mettere in discussione alcune regole e abitudini dei grandi, fosse anche solo per qualche giorno? E se, grazie a questi lievi disagi e stupori derivanti dal cambiamento, i bambini, attraverso il fare, riescono ad educare, ossia a tirare fuori la parte migliore di noi adulti e, in qualche modo, a stanarci?
Uno degli obbiettivi di questa proposta è quello di non contribuire a costruire recinti o riserve ma facilitare l’incontro e partire da quelli che possono essere i punti di contatto, convergenza e interesse, anche tra adulti e bambini con una serie di proposte che li coinvolgano superando alcune di quelle piccole fratture che generano distanza. Un esperimento per tenere insieme mondi siano questi genitori e insegnanti, associazioni e realtà cittadine, amministrazione e comunità.
Una risposta possibile è dentro a quello che succede in questa settimana, programmata in concomitanza con l’ultima di scuola, una settimana densa di appuntamenti, che si apre all’invasione pacifica dei bambini e che parte con l’uscita da scuola alle 16.30 per arrivare fino a sera tarda con un calendario e programmazione attraversati da alcuni fili rossi principali, tendenzialmente suddivisi in due parti (al pomeriggio laboratori d’arte e cucina, letture a voce alta e sport, alla sera spettacoli e appuntamenti per tutti):
- laboratori con artisti (artisti contemporanei si mettono in gioco svelando alcuni meccanismi della loro ricerca proponendola e pensandola per i bambini; questo calendario di appuntamenti offre anche l’opportunità ad insegnanti e operatori di vedere possibilità di lavoro, modi di vedere e tecniche espressive e linguaggi differenti)
- spettacoli di teatro disegnato o di figura con pupazzi e burattini artigianali e imperfetti (il fatto a mano, l’arte come arma per cambiare e raccontare la realtà, questo uno degli snodi e aspetti che attraversano e caratterizzano la costellazione di proposte e gli autori invitati a Cotignyork)
- simboliche e reali occupazioni pubbliche, condivisione e riappropriazione di spazi e tempo: il pane e la pizza in piazza fatta dai bambini e cotta pubblicamente con forni a legna, una strada sensoriale ricoperta di materiali morbidi interdetta alle auto insieme alla piazza e ad altri luoghi, un campeggio nel centro cittadino il sabato notte dove dormono adulti e bambini, parate con maschere di cartapesta e musica, azioni di pittura in strada, mostre e allestimenti all’aperto, letture in spazi insoliti e quasi mai visti, cortili, spazi privati e comunali…
Allora un piccolo paese si può come svelare e svegliare, e divenire luogo fertile, reattivo e sorprendente, più vivace ed accogliente e bello anche. Una fioritura, perché tutto quello che si è fatto durante l’anno, al museo, in classe, in biblioteca, alla scuola d’arte o in quella di musica, si rivela e fa manifesto, esce in strada, si offre e dispiega in parate, raccoglie e impiglia sguardi, narrazioni e ascolti in cortili, allestisce mostre e laboratori con artisti, favorisce incontri, ed è un po’ come se i muri di alcuni edifici pubblici diventassero trasparenti liberando la moltitudine di storie racchiuse e sommerse, e così avviene anche per i corpi, per le loro emozioni e pensieri. Una scuola dei sentimenti allora, una specie di incantato sogno ad occhi aperti, una festa anche: prima di tutto per i bambini, e che i grandi, per una volta, si adeguino, che facciano anche fatica per abbassarsi e passare sotto una ragnatela-nido intessuta in strada da ragnetti uccellini pazienti e dispettosi e che ostruisce il passaggio “comodo” per arrivare in piazza, o perché “costretti” a dormire in tenda accampati fuori dalla scuola, trascinati in una serata vorticosa e notte intensa dove si va al museo e alla misteriosa casa dell’artista al buio, con la sola luce di torce a fare da guida e illuminare, un po’ sinistramente, maschere di cartapesta, fantasmi e bestiari; dove si mangia in strada, dove si ascoltano e guardano storie a notte fonda, o dove si disegna febbrilmente alla mattina, appena svegli. O ancora dove azioni di pittura si distendono per centinaia di metri offrendo ai passanti una processione, galleria e sequenza di coloratissime immagini, strabordanti come la fantasia quando innescata a dovere.
Un ri-trovarsi stupito. Desiderante. E l’arte è lo strumento in grado di tessere trame e tendere fili che congiungono le cose, di intrecciare significati e rifare mondi proprio a partire proprio da quegli spazi un po’ sonnambuli in cui si vive. E potrà pure sembrare un’ovvietà, ma l’urgenza e fame di esperienze che muove l’artista, non solo è veramente vicina a quella dei bambini, ma è sorella che accompagna e offre loro ulteriori sguardi, alimenta curiosità, indirizza, convoglia e amplifica energie. Un giocare a fare l’artista che si fa qui sperimentazione vitale e tensione quotidiana, capace di abbracciare un’idea di comunità aperta e mobile, allargata e niente affatto intimorita; che le cose succedono e avvengono dall’incontro, dal mescolarsi coraggioso, e in parte imprevedibile, degli ingredienti, siano questi un libro, una scorribanda in bicicletta, un angolo mai visto e prima nascosto, un nuovo amico conosciuto in quei giorni.
Ecco allora distendersi e dispiegarsi un tempo più ampio, ricco di promesse e possibilità, che suggerisce percorsi e piccole meraviglie: i pupazzi in cartapesta dalla scuola che creano un teatro immobile e muto nel parco e nella piazza; spettacoli dove i bambini delle scuole primarie, e le loro maestre, animano i burattini costruiti nei nostri laboratori, veri e propri figlioletti e nuovi abitanti del paese ispirati un po’ ai personaggi, tecniche e materiali di Varoli, così come avviene per i mascheroni, sempre di cartapesta, che i bambini che frequentano la scuola al pomeriggio fanno e poi indossano in una rumorosa, sgangherata e anarchica parata notturna che si sviluppa per le vie del centro. E ancora la strada principale ricoperta di erba vera, sabbia, paglia, legumi, farine, stoffe e tantissimi altri materiali, su cui passare e camminare scalzi, lentissimamente, per sentire e non perdersi tutte le cose e le sensazioni belle e strane, o da attraversare veloci, di corsa e tutto d’un fiato; è fatta per i più piccoli, ma a sera, abbiamo visto passare anche i più grandi e scettici.
E un forno in cui cuocere “pubblicamente” il pane e la pizza, che in questa occasione, sono i bambini a preparare il cibo per i grandi. E poi partite di pallone, anche dove non se ne fanno più.
L’immaginazione è qualcosa di estremamente fragile e prezioso: proteggerla, custodirla e coltivarla è dovere e compito di noi adulti, qualcosa che dobbiamo ai nostri figli: questo è il tentativo importante messo in atto dagli appuntamenti in programma in questa settimana un po’ al rovescio .
L’iniziativa che prevede di uscire “coraggiosamente” in strada e di vivere diversamente il proprio paese, con i sensi all’erta, riappropriandosene, come se si trattasse di un’unica grande casa, di un grande giardino comune ci pare faccia contenti tutti, i bambini e i loro genitori, i nonni che hanno una valida alternativa ai pomeriggi televisivi, la scuola che riesce in questo contesto felice a rendere visibile l’impegno di un anno intero, la comunità, compresa ovviamente quella talvolta un po’ invisibile dei bambini.
Per ultimo va ricordato che l’intera settimana, sostenuta dal Comune di Cotignola, è completamente gratuita sia nell’accesso agli spettacoli che ai laboratori; non è un aspetto secondario ma un grande valore inclusivo che permette a tutti di poter partecipare alle iniziative in programma.
Cotignyork stampa una locandina all’anno con tema grafico e programma della settimana. Il primo manifesto è del 2002