Comune di Cotignola / Museo civico Luigi Varoli

Bernardino e Francesco Zaganelli 
Franco Pozzi – Nicola Samorì
Storie di un Cristo Portacroce acquisito tra varianti antiche e meditazioni contemporanee

A cura di Federico Settembrini e Raffaella Zama 

Inaugurazione Sabato 11 dicembre 2021 ore 16
Durata 11.12.2021 – 6.3.2022

Giornate e orari di apertura
giovedì e venerdì 15.30-18.30 
sabato, domenica e festivi 10.00-12.00 e 15.30-18.30
chiuso il 25.12.21 e 1.1.22
dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12
possibilità di aperture su prenotazione

Ingresso gratuito 

A seguito delle norme contenute nel decreto del 23 luglio 2021 n. 105, è necessario che i visitatori esibiscano il Green Pass (insieme a un valido documento di identità) per accedere al museo e agli appuntamenti in programma. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica.

Informazioni
0545 908 879 / 320 43 64 316 
museovaroli@comune.cotignola.ra.it
www.museovaroli.it

La mostra ruota intorno ad un’acquisizione importante e identitaria, messa a segno recentemente dal Comune di Cotignola: si tratta di un dipinto di Bernardino e Francesco Zaganelli, un piccolo olio su tela di grande intensità, proveniente da una collezione privata bolognese. 
Raffigura un Cristo portacroce che sarà possibile ammirare nella sua forte carica espressiva e in tutto il suo splendore, dopo l’intervento di restauro condotto da Michele Pagani, a partire da sabato 11 dicembre 2021 a Palazzo Sforza.
L’evento si offre come occasione straordinaria per celebrare due figure molto apprezzate, “il fiore più fragrante” – come scrisse Roberto Longhi – della pittura in Romagna tra Quattro e Cinquecento. In sé racchiude anche la storia di un ritorno atteso: quello dei due fratelli pittori a Cotignola, loro paese d’origine. Il dipinto, in questo contesto, diventa quindi anche simbolo, punto di partenza e presenza centrale della futura sezione del Museo Varoli dedicata agli Sforza e ai suoi pittori del Rinascimento.
La tela raffigura Cristo durante la salita al Calvario, attraverso un’iconografia molto in voga nel primo decennio del Cinquecento: l’inquadratura stringe sul volto di Cristo, eliminando le  informazioni di contorno e dello sfondo, per concentrarsi sugli aspetti più patetici e commoventi, e invitare alla contemplazione del suo sacrificio.
È l’Uomo che regge il peso del mondo e si carica sulle spalle il suo stesso strumento di tortura e di morte. Ecco l’Uomo: siamo noi e al tempo stesso lui è anche l’altro. L’estraneo.
Nel caso degli Zaganelli poi, l’immagine riscuote enorme successo e diventa seriale: si conoscono infatti ben nove versioni, differenti tra loro per minime varianti, destinate a una forma di devozione privata, come suggeriscono le ridotte dimensioni delle tele e delle tavole. I formati sono pressoché identici. L’inquadratura e il fondo scuro da cui emerge la figura sono gli stessi, così come il volto ruotato verso chi guarda e lo sguardo sfuggente di lato. È quasi un’icona a cavallo tra due stagioni e due epoche di diverso respiro.
L’esemplare entrato nelle raccolte d’arte del Comune di Cotignola conserva sorprendenti dettagli, di grande qualità e virtuosismo pittorico, che lo fanno decisamente emergere come esecuzione felicissima, capace di superare le semplici ragioni di bottega e di replica. La sua autonomia, in mostra si rafforza e si rende evidente grazie alla presenza di due generosi e preziosi prestiti da collezioni private, che permettono per la prima volta di affiancare e comparare tre delle nove versioni di Bernardino e Francesco.
Ecco le storie, i percorsi spesso imprevedibili dei dipinti, e la possibilità di vederli insieme a paragone, in un dialogo visivo e temporale più unico che raro.
Un dialogo che non si esaurisce qui, perché la mostra prevede anche una seconda sezione in cui due artisti contemporanei, Franco Pozzi e Nicola Samorì, specchiano questo dipinto in un confronto a distanza, che accoglie e rilancia il suo ritorno a casa.
Cinque i disegni di Franco Pozzi, quasi a salvare e cantare l’amore per il dettaglio e la precisione nordica dei due fratelli. Come perdersi nei particolari di un mondo assimilabile alla dimensione della preghiera, una disciplina di attenzione e ripetizione lenta, che ritornano nel silenzio e mantra della pratica del disegno a matita. 
E un dipinto di Nicola Samorì, dove sono ancora il tempo e i fantasmi, e una pittura che contesta e contrasta l’oblio, salvando pezzi di mondo, a ricaricare di senso le immagini. A frugarle e scorticarle fino a riaprire la ferita e a farla tornare pulsante. Viva. Ombre e figure del passato corrose fino a svelare inciampi e seppellimenti. Regressioni e possibilità future. 
Ricominciando ancora, sempre, dall’errore e dalla perdita. Immergendosi dentro la superficie e la carne fino a far riaffiorare senso e sensi. 
Contro la dispersione.
La mostra nasce da un’idea dell’Assessore alla cultura Federico Settembrini e si avvale della curatela di Raffaella Zama, storica dell’arte, autrice delle due monografie fondamentali sui fratelli Zaganelli e il loro più autorevole discepolo Girolamo Marchesi da Cotignola.
Il titolo Novena, suggerito da Franco Pozzi, oltre ad alludere ad una pratica di preghiera e di  meditazione, gioca sulla ricorsività del numero nove, presente anche nel percorso espositivo. Nove le versioni conosciute del Cristo portacroce e nove le opere in mostra: tre le versioni del Cristo degli Zaganelli, cinque i disegni di Pozzi, uno il dipinto di Samorì.
Il catalogo, nell’elegante veste grafica di Marilena Benini, raccoglie i contributi critici di Massimiliano Fabbri, Alessandro Giovanardi, Giorgio Martini, Massimo Pulini e Raffaella Zama. 
L’esposizione sarà accompagnata da una serie di appuntamenti che scandiscono e arricchiscono i tre mesi di apertura al pubblico, tra visite guidate, laboratori, incontri, proiezioni e convegni dedicati ai due fratelli pittori cotignolesi e alla presenza di loro opere a Cotignola (in mostra, ma non solo) e in altri musei della Romagna.
L’evento rappresenta quindi la preziosa occasione di approfondire gli studi, ampliare il campo delle ricerche e dei confronti tra storici ed esperti di pittura in Romagna, ma anche la possibilità di scoprire la mappa artistica del territorio, fra storie, presenze e raccolte di arte antica, dove si possono incontrare pale d’altare, affreschi e dipinti dei due Zaganelli.

sfoglia il catalogo


Eventi a margine della mostra

Comune di Cotignola / Museo Civico Luigi Varoli
in collaborazione con Chiesa di San Francesco Cotignola e Opera Santa Maria della Luce


Convegno
> Le mani sul legno

Sabato 26 febbraio 2022 dalle 16.00 alle 18.00 Chiesa di San Francesco

Nel penultimo fine settimana di apertura della mostra, un dialogo a più voci coinvolgerà diverse figure, dagli autori dei testi in catalogo, ai collezionisti, al restauratore. L’incontro, a partire dal dipinto recentemente entrato nelle collezioni comunali e dalla sua iconica ripetizione in una serie di varianti, ruoterà intorno all’attività di Bernardino e Francesco Zaganelli, alle dinamiche della loro nota bottega, in cui le quattro mani a volte si fondono altre si diversificano rendendo difficile, se non impossibile, l’attribuzione.
Sarà anche l’occasione per dar forma ad una mappa delle opere zaganelliane disperse dalla Romagna o ancora presenti sul territorio.

Introduzione e saluti dei curatori della mostra
Federico Settembrini assessore alla cultura Comune di Cotignola
Raffaella Zama insegnante e storica dell’arte.

Interventi
Massimiliano Fabbri conservatore Museo Civico Luigi Varoli
Giorgio Martini storico dell’arte 
Alessandro Giovanardi storico e critico d’arte
Antonella Imolesi Pozzi già responsabile Fondi Antichi e Raccolte Piancastelli, Biblioteca Forlì
Michele Pagani restauratore
Massimo Pulini pittore, insegnante e storico dell’arte


Visita guidata
> Bernardino e Francesco Zaganelli, fratelli cotignolesi ‘dipingevano’

Domenica 27 febbraio 2022Ore 16.00 Chiesa di San Francesco e ore 17.00 Palazzo Sforza

A cura di Raffaella Zama con Federico Settembrini

La visita guidata permetterà di connettere due luoghi: la sede della mostra e del museo e la Chiesa di San Francesco, nella quale si conservano un prezioso affresco dei fratelli Zaganelli all’interno della “Cappella Sforzesca” e una Pietà a forma di lunetta che in origine sormontava una pala ora alla Pinacoteca di Brera.

Ingresso
Entrambi gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito, così come l’accesso alla mostra.
Per partecipare agli eventi in programma è necessario esibire il super green pass 
ed essere dotati di mascherina Ffp2.
Per la visita guidata i posti sono limitati, è consigliata la prenotazione.

Luoghi
Chiesa di San Francesco, via San Francesco 15, Cotignola (Ra)
Palazzo Sforza, corso Sforza 21, Cotignola (Ra)